Diabete

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  1. francescahermione
     
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    Diabete, le staminali aprono una nuova frontiera: addio iniezioni di insulina?

    A dischiudere nuove speranze è uno studio pubblicato oggi dall'Journal of the American Medical Association (JAMA) : una terapia con cellule staminali per la prima volta al mondo ha reso inutili le quotidiane iniezioni di insulina in pazienti che soffrono di diabete, poiché il loro organismo aveva 'imparato' a produrre di nuovo l'ormone in modo naturale ed autonomo.

    Lo studio è risultato di una sperimentazione ancora limitata: a 15 giovani pazienti affettid al diabete di tipo 1 sono stati somministrati prima farmaci diminuire le loro difese immunitarie, e poi eseguite trasfusioni di cellule staminali prelevate dal loro stesso sangue. I pazienti (tutti ad eccezione di due) sono stati così 'affrancati' dalle iniziezioni di insulina. Un risultato di portata straordinaria, se si tiene conto che in Italia le persone affette da diabete sono circa 2,6 milioni.

    E' bene precisare, tuttavia, come ricorda Times, che lo studio riguarda il diabete di tipo 1, malattia che interessa una piccola percentuale dei pazienti C’é sicuramente lo zampino di un virus nello sviluppo del diabete di tipo 1, per il quale una ricerca internazionale condotta dalle Università di Siena e Pisa e da Novartis Vaccines recentemente ha dimostrato l'incidenza di un virus, il Coxsackie B4 che attacca il pancreas, in un altro studio pubblicato sulla rivista dell’ Accademia delle Scienze Americane.

    da www.rainews24.it
     
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  2. luisad73
     
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    sarebbe una bella cosa per tutti i diabetici
     
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  3. Maxmagnus
     
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    già, bellissima :)
    ste iniezioni sono una palla...
     
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  4. francescahermione
     
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    Diabete: messo a punto strumento che misura il glucosio attraverso la pelle

    Ricercatori del Politecnico di Hong Kong hanno messo a punto un nuovo dispositivo capace di misurare il tasso di glucosio nel sangue attraverso la pelle, aiutando cosi' i diabetici a tenere sotto controllo il proprio livello di zucchero. Lo strumento, delle dimensioni di un cellulare, sfrutta le proprieta' dei raggi infrarossi: questi penetrano la pelle e vengono assorbiti dal glucosio, che li riemette con una diversa lunghezza d'onda. La misura dell'onda trasmessa fornisce il valore esatto della quantita' di zucchero in meno di 10 secondi. Questo nuovo metodo non presuppone la necessita' di doversi pungere per avere una goccia di sangue da analizzare con gli attuali test in commercio e, secondo gli inventori, e' anche piu' efficace. L'apparecchiatura dovrebbe arrivare sul mercato entro un anno.



    da www.corriere.it

     
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  5. Maxmagnus
     
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    Un altra bella notizia, grazie Francesca :)
     
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  6. francescahermione
     
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    Quando leggo qualcosa sul diabete mi vieni sempre in mente, così aggiungo la notizia... :)
     
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  7. Maxmagnus
     
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    Ti ringrazio.....non pensavo che le scrivessi appositamente per me :)

    Grazie ancora :)
     
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  8. francescahermione
     
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    Presto in Italia l'antidiabetico 'rosa' che fa perdere peso
    L''exenatide' è approdato più di 2 anni fa in Usa ed è gettonatissimo tra le donne: oltre a tenere a bada la glicemia fa anche scendere l'ago della bilancia


    22 giu. (Adnkronos Salute) - Tiene a bada la glicemia e non solo. A differenza dell'insulina ha anche il merito di buttare giù i chili di troppo. Si tratta dell'exenatide*, prodotto dall'americana Eli Lilly, destinato a diventare l'antidiabetico 'in rosa' per eccellenza. La prova? Nel mercato statunitense, dove è approdato più di due anni fa, è 'gettonatissimo' tra le donne alle prese con il diabete di tipo 2.

    Non solo tra quante fanno i conti con l'ago della bilancia che tende troppo a sinistra, ma anche tra le snelle che temono che l'insulina possa progressivamente compromettere la loro linea. Entro otto mesi, annuncia l'azienda produttrice dal 67esimo congresso dell'American Diabetes Association che apre i battenti oggi a Chicago, l'exanatide* dovrebbe fare capolino anche in Italia.

    E intanto, numeri alla mano, gli esperti mostrano gli ultimi dati dei trial clinici. La molecola sviluppata sul metabolismo del Gila Monster, lucertola del Nord America che si accontenta di mangiare tre o quattro volte all'anno per 'campare', ''dimostra un'efficacia paragonabile a quella dell'insulina per via iniettiva - spiega Francesco Giorgino, direttore dell'unità operativa di endocrinologia del Policlinico di Bari - nonché la capacità di far perdere peso e di migliorare la funzionalità delle beta-cellule'', ovvero le 'fabbriche' di insulina del nostro organismo.

    Il farmaco, primo di una nuova classe di medicinali detti incretino-mimetici che stimolano la secrezione di insulina, deve essere somministrato tramite iniezione due volte al dì. Ma questo non sembra scoraggiare chi ha deciso di assumerlo. Soprattutto se donne. ''La maggiore 'compliance' del gentil sesso per questo tipo di trattamento - sottolinea Giorgino, che è anche docente di endocrinologia e malattie del metabolismo dell'università degli studi di Bari - si può spiegare con la maggiore attenzione che le donne hanno per il proprio corpo. Inoltre, l'aspettativa di vita solitamente maggiore rispetto all'uomo costringe le diabetiche a periodi più lunghi di trattamento con insulina e, quindi, ad un aumento di peso che exanatide* potrebbe contribuire ad evitare''.

    Negli studi clinici, dove il farmaco è stato testato in terapia adiuvante con medicinali orali (metformina e/o sulfonilurea), ''la perdita di peso medio - spiega Giorgino - si attesta in due anni tra i 5 e i 6 chilogrammi, mentre solo un quarto del campione non ha ottenuto risultati in termini di perdita di peso. Se il 50% dei diabetici che ha assunto exenatide* ha perso tra i 3 e i 5 chili, un quarto ha addirittura visto scendere l'ago della bilancia di ben 12 kg''. Il tutto, a fronte di un aumento di peso medio in sei mesi di 1,5 kg tra quanti, invece, assumono insulina.

    A bruciare i kg di troppo, ''l'effetto anoressizzante del farmaco - sostiene Giorgino - che aumenta il senso di sazietà, agendo probabilmente sull'ipotalamo''. E producendo, a quanto pare, risultati migliori in termini di perdita di peso degli stessi anoressizzanti. ''Questi farmaci - conferma infatti l'esperto - riescono in media a far perdere tra i 3 e i 4 kg''.

    Tanto che, negli Usa, non mancano 'over-size' graziati dal diabete o donne in forma in fissa con la linea che decidono di assumere comunque l'antidiabetico targato Eli Lilly. ''Che, tuttavia - ci tiene a precisare Giorgino - ad oggi è stato testato esclusivamente su pazienti diabetici''. E su questi ultimi, il farmaco a 'doppia azione' del colosso statunitense ha dimostrato di riuscire a tenere sotto controllo la glicemia, oltre a liberare dall'ingombrante peso dei chili di troppo.

    Una ricerca condotta su 217 pazienti, che non erano riusciti ad ottenere un controllo glicemico adeguato solo con i farmaci orali, ha mostrato che, dopo tre anni di trattamento, il 46% dei partecipanti è riuscito a riportare la glicemia sotto il livello di guardia raccomandato dall'American Diabetes Association.

    Non solo. L'exenatide* riesce a tenere a bada la glicemia anche subito dopo i pasti, evitando i fatidici picchi glicemici altamente pericolosi per cuore, arterie e vasi. ''E spreme le beta cellule affinché producano insulina - conclude Giorgino - in modo naturale, pressoché fisiologico, evitando di arrecare eventuali danni. In altre parole finisce per migliorare la funzionalità beta-cellulare''.


    da www.adnkronos.com
     
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  9. Maxmagnus
     
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    Bè prendere medicina per prendere medicina sicuramente una che ti fà calare qualche kilo è sicuramente una bella novità :)
     
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  10. cinka
     
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    Beh, visto che sono a forte rischio di diabete 2, mi sembra proprio una bella notizia!

    ;) ;)

    Cinzia
     
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  11. francescahermione
     
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    Diabete e ossa, una possibile relazione

    Le ossa potrebbero avere un ruolo attivo anche nel metabolismo degli zuccheri e nel controllo del peso, non sono quindi soltanto il supporto del nostro corpo ma sarebbero in grado di produrre una proteina capace di contrastare l'insorgenza del diabete. Lo studio che ha messo in relazione diabete e ossa è stato condotto da un gruppo di ricercatori della Columbia University, i dettagli sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Cell (Agosto 2007).

    Gerard Karsenty, coordinatore della ricerca, spiega che i risultati ottenuti dagli studi preliminari condotti sui topi forniscono nuovi spunti per la ricerca di cure innovative per il diabete e l'obesità. L'anello di congiunzione fra ossa e diabete è l'osteocalcina, una proteina prodotta dalle cellule ossee (osteoblasti) già nota dal 1977. Fino ad ora si sapeva che l'osteocalcina era una proteina strutturale che si trova nelle ossa e che, una volta attivata, garantiva la fissazione del calcio.

    Gli studiosi, analizzando due differenti tipi di topi, uno privo del gene dell'osteocalcina, quindi incapace di produrre questa proteina, l'altro dotato di livelli di osteocalcina più elevati del normale, hanno notato che potenziando l'attività di questa sostanza le cellule pancreatiche producevano più insulina. L'osteocalcina sembrerebbe quindi controllare la produzione e la sensibilità all'insulina e protegge di conseguenza dal diabete di tipo 2, la forma di diabete più comune caratterizzato da una scarsa secrezione insulinica e spesso, ma non sempre, da un eccesso di peso.

    Karsenty, commentando i risultati ottenuti, spiega che nei topi dove si è stimolata la produzione di osteocalcina si è registrata una tendenza a non acquisire peso e a non sviluppare diabete anche in presenza di una dieta molto grassa, al contrario, nel gruppo di controllo, si è rilevata una situazione inversa e tutti i topolini, oltre a pesare mediamente di più, si sono ammalati di diabete di tipo 2.

    I ricercatori spiegano che in futuro, anche se per ora la sperimentazione sull'uomo non è ancora iniziata, si potranno mettere a punto delle terapie mediche in grado di curare quei pazienti che hanno problemi legati al metabolismo degli zuccheri come ad esempio il diabete di tipo 2, una patologia caratterizzata dall'iperglicemia (aumento del glucosio nel sangue).

    da www.universonline.it
     
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  12. selvaggia59
     
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    Grazie fracy quello che scrivi è molto interessante
     
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  13. MARIUCCIA56
     
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    RAGAZZI IO SONO IPERINSULINEMICA DA ALMENO 40 ANNI CON PICCHI IN BASSO DELLA GLICEMIA DA MORIRE, SONO ARRIVATA ANCHE A 40. PERO' ULTIMAMENTE CHE L'INSULINA POSTPRANDIALE E' SALITA ANCORADI PIU' LA REUMATOLOGA MI HA RAFFORZATO LA METFORMINA PERCHE' APPENA MANGIO SI SCATENA IL GATTO INSULINA CHE SI MOZZICA LA CODA, QUINDI ZUCCHERI SU, FAME, MANGIARE, INSULINA SU, GLICEMIA SU, FAME MANGIARE.....PESOOOOO!DEVO DIRE CHE HO PERSO 4 KG. MA PENSO CHE LA TERAPIA ANCORA NON E' PRECISA VI FARO' SAPERE. BACI. EHI MAX MAGNUS QUALI SONO I TUOI VERI OCCHI?? HI HIHI :P
     
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  14. selvaggia59
     
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    Forza mariuccia che sei forte
    mi piace il tuo carattere
     
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  15. Maxmagnus
     
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    CITAZIONE (MARIUCCIA56 @ 20/8/2007, 12:23)
    RAGAZZI IO SONO IPERINSULINEMICA DA ALMENO 40 ANNI CON PICCHI IN BASSO DELLA GLICEMIA DA MORIRE, SONO ARRIVATA ANCHE A 40. PERO' ULTIMAMENTE CHE L'INSULINA POSTPRANDIALE E' SALITA ANCORADI PIU' LA REUMATOLOGA MI HA RAFFORZATO LA METFORMINA PERCHE' APPENA MANGIO SI SCATENA IL GATTO INSULINA CHE SI MOZZICA LA CODA, QUINDI ZUCCHERI SU, FAME, MANGIARE, INSULINA SU, GLICEMIA SU, FAME MANGIARE.....PESOOOOO!DEVO DIRE CHE HO PERSO 4 KG. MA PENSO CHE LA TERAPIA ANCORA NON E' PRECISA VI FARO' SAPERE. BACI. EHI MAX MAGNUS QUALI SONO I TUOI VERI OCCHI?? HI HIHI :P

    I primi, quelli scuri :)

    Una curiosità, da che livello inizi ad avvertire i sintomi dell'ipoglicemia ?

    Le mie ipoglicemie sono abbastanza asintomatiche sono arrivato anche a 37 senza rendermene quasi conto.

    Ciao.
     
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34 replies since 12/4/2007, 16:13   3736 views
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