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Joice58.
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Inizio oggi questa nuova sezione, cercando di proporvi pillole di letteratura e poesia sconosciute ai piu' o quantomeno dimenticate....Inizio con il Leopardi, poeta conosciuto solo per il suo pessimismo anzicche' per la sua forza nel ribadire l'inno alla vita e alla felicita'......
Dalle “Ricordanze” di Giacomo Leopardi
Speranze, speranze, dolci e ridenti inganni della mia fanciullezza!
Sempre, parlando, ritorno a voi; perché non so dimenticarvi col trascorrere del tempo e col mutare di affetti e pensieri.
Fantasmi, lo so, sono la gloria e l'onore, i diletti e il bene un semplice desiderio.
E sebbene vuoti siano gli anni miei, sebbene oscuro e solitario sia la mia vita mortale, lo so che il destino mi toglie poco.
Ma ahimè, ogni volta che ripenso a voi, o mie antiche speranze, ed a quel mio primo fantasticare sul mio futuro e lo confronto con questa mia vita così povera e così dolorosa e che solo la morte mi resta dopo aver sognato grandi speranze, sento stringermi io cuore e sento che non mi so rassegnare del tutto al mio destino.
E quando pure questa invocata morte mi raggiungerà e sarà giunto la fine della mia sventura; quando la terra per me diventerà una valle straniera e dal mio sguardo fuggirà il futuro, certamente mi ricorderò di voi, e quell'immagine mi farà ancora sospirare, mi renderà duro e aspro l'aver vissuto invano;
E la dolcezza del giorno fatal della morte, attenuerà l'angoscia.
Edited by Joice58 - 19/12/2008, 19:46. -
ger74.
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peppe, sarò ignorante, ma a me da tanta angoscia questo scritto, ok saràl'inno alla vita, ma con che rassegnazione! . -
Joice58.
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Una poesia di Pablo Neruda, molto attuale.....
LENTAMENTE... Pablo Neruda
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi
percorsi, chi non cambia la marca, il colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini
sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli
occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova
grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno
sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.. -
ger74.
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si questa poesia di Neruda la conosco, bellissima . -
rosaria1956.
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bella idea Peppe,
anche io conosco questa di Neruda e la trovo bellissima e vera......molto vera.. -
Joice58.
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da Trittico romano, 2003, raccolta di dodici poesie
Edizione speciale alla memoria di Papa Giovanni Paolo II (1978-2005)
Lo stupore
Ed era solo, col suo stupore,
tra le creature senza meraviglia
per le quali esistere e trascorrere era sufficiente.
L'uomo, con loro, scorreva sull'onda dello stupore!
Meravigliandosi, sempre emergeva
dal maroso che lo trasportava,
come per dire a tutto il mondo:
"fermati! - in me hai un porto,
in me c'è quel luogo d'incontro
col Primordiale Verbo" -
"fermati, questo trapasso ha un senso,
ha un senso... ha un senso... ha un senso!"
Karol Wojtyla
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Joice58.
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Bellissima poesia di Lord Byron.....il prof. di Inglese al liceo ce la faceva vivere come se il dolore del poeta fosse visibile e tangibile a noi...Chiedo scusa per la traduzione....
When we two parted ( Quando noi ci lasciammo )
Quando noi ci lasciammo
In silenzio e in lacrime,
con i cuori infranti
per separarci per anni,
pallida divento' la tua guancia
più freddi i tui baci;
Quell'ora veramente fu presagio
Del dolore di questa.
La rugiada dell'alba
Scese gelida sopra la mia fronte:
Io sentii come il monito
Di ciò che sento ora.
le tue promesse non sono state mantenute,
e leggera e' ora la tua fama:
Sento nominare il tuo nome
e condividere nella sua vergogna.
Ti nominano innanzi a me,
un rintocco funebre al mio orecchio;
Un brivido mi scuote:
Perché sei stata cosi' cara?
Loro non sanno che ti ho conosciuta,
Che ti ho conosciuta troppo bene:
A lungo a lungo ti rimpiangero'
Troppo profondo a dirsi.
In segreto c'incontrammo,
in silenzio mi affliggo,
che il tuo cuore abbia potuto dimenticare
il tuo spirito ingannare.
Se dovessi incontrarti
Dopo lunghi anni,
Come ti saluterei?
In silenzio e in lacrime.
George Byron
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Joice58.
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Ancora un ricordo del liceo...bellissima poesia di Keats che descrive la reazione del narratore di fronte alla bellezza e suggestivita' di un'opera d'arte greca.......
Ode su un' urna greca
Tu, ancora inviolata sposa della quiete,
Figlia adottiva del tempo lento e del silenzio,
Narratrice silvana, tu che una favola fiorita
Racconti, più dolce dei miei versi,
Quale intarsiata leggenda di foglie pervade
La tua forma, sono dei o mortali,
O entrambi, insieme, a Tempo o in Arcadia?
E che uomini sono? Che dei? E le fanciulle ritrose?
Qual è la folle ricerca? E la fuga tentata?
E i flauti, e i cembali? Quale estasi selvaggia?
Sì, le melodie ascoltate sono dolci; ma più dolci
Ancora sono quelle inascoltate. Su, flauti lievi,
Continuate, ma non per l'udito; preziosamente
Suonate per lo spirito arie senza suono.
E tu, giovane, bello, non potrai mai finire
Il tuo canto sotto quegli alberi che mai saranno spogli;
E tu, amante audace, non potrai mai baciare
Lei che ti è così vicino; ma non lamentarti
Se la gioia ti sfugge: lei non potrà mai fuggire,
E tu l'amerai per sempre, per sempre così bella.
Ah, rami felici! Non saranno mai sparse
Le vostre foglie, e mai diranno addio alla primavera;
E felice anche te, musico mai stanco,
Che sempre e sempre nuovi canti avrai;
Ma più felice te, amore più felice,
Per sempre caldo e ancora da godere,
Per sempre ansimante, giovane in eterno,
Superiori siete a ogni vivente passione umana
Che il cuore addolorato lascia e sazio,
La fronte in fiamme, secca la lingua.
E chi siete voi, che andate al sacrificio?
Verso quale verde altare, sacerdote misterioso,
Conduci la giovenca muggente, i fianchi
Morbidi coperti da ghirlande?
E quale paese sul mare, o sul fiume,
O inerpicato tra la pace dei monti
Hai mai lasciato questa gente in questo sacro mattino?
Silenziose, o paese, le tue strade saranno per sempre,
E mai nessuno tornerà a dire
Perché sei stato abbandonato.
Oh, forma attica! Posa leggiadra! Con un ricamo
D'uomini e fanciulle nel marmo,
Coi rami della foresta e le erbe calpestate.
Tu, forma silenziosa, come l'eternità
Tormenti e spezzi la nostra ragione. Fredda pastorale!
Quando l'età avrà devastato questa generazione,
Ancora tu ci sarai, eterna, tra nuovi dolori
Non più nostri, amica all'uomo, cui dirai
"Bellezza è verità, verità bellezza", questo solo
Sulla terra sapete, ed è quanto basta.
John Keats (1819)
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luisasorrentino.
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belle, tutte!
ti regalo questa, una delle mie preferite.
ITACA
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sara` questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
ne' nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d'ogni sorta; piu' profumi inebrianti che puoi,
va in molte citta` egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos'altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare.
Kostantin Kavafis
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kettyfoy.
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When we two parted ......... questa è stupenda!!!!!!!!!
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Joice58.
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CITAZIONE (luisasorrentino @ 20/12/2008, 12:22)belle, tutte!
ti regalo questa, una delle mie preferite.
ITACA
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
Luisa grazie!!!! e' bellissima e non la conoscevo...... -
Joice58.
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Bisogna essere sempre ubriachi...
Per non sentire l'orribile fardello del Tempo che vi spezza le spalle e vi spinge verso la terra,
occorre ubriacarsi senza tregua.
Ma di cosa?
Di vino, di poesia o di virtù, come preferite.
Ma ubriacatevi.
E se qualche volta...
vi risvegliate con l'ebrezza già diminuita, o sparita, chiedete...
al vento
all'onda
alla stella
all'uccello
all'orologio
a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che si muove, a tutto ciò che canta,
a tutto ciò che parla, chiedete che ora é,
e il vento, l'onda, la stella, l'uccello, l'orologio, vi risponderanno:
"E' il momento di ubriacarsi!
Per non essere gli schiavi martirizzati del Tempo, ubriacatevi;
ubriacatevi senza sosta!
Di vino, di poesia o di virtù, come preferite voi."
Charles Baudelaire
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kettyfoy.
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wooowwwwww!!!!!!!
bellissima ...
peccato che sono astemia .... perciò dovrò optare per poesia o virtù...
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Joice58.
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Gabbiani
Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io sono come loro,
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch'essi
amo la quiete,
la gran quiete marina
ma il mio destino
è vivere balenando in burrasca.
Vincenzo Cardarelli
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kettyfoy.
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che fù???????
non ce n'erano due????.