Diabete

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  1. TANY58
     
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    GRAZIE!!!!
    quante notizie confortanti; io prima prendevo solo metformina 3vv gg ed era sufficiente a tenere a bada la mia iperglicemia dovuta al pancreas un po' pigro, poi con tutto il cortisone ho dovuto fare 2 iniezioni di insulina al giorno;
    devo dire che con le nuove penne è facile e non doloroso come credevo, pero' se si trovasse un altra soluzione o la cura definitiva....che sballo!!!!!!!!!!
    per le ipoglicemie, non mi ci sono ancora trovata, il diabetologo mi ha detto che potrà succedere, boh! speriamo di no!
     
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  2. francescahermione
     
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    Denuncia della Johnson&Johnson: nel giro di contraffazioni cinesi finisce anche test per il diabete

    Le contraffazioni dalla Cina comprendono anche i test per il diabete venduti in farmacia. È quanto rivela una lunga ricerca effettuata dalla casa farmaceutica Usa Johnson & Johnson.
    Si tratta del «OneTouch Test Strip», striscetta commercializzata negli Usa dalla consociata di J&J, LifeScan, e utilizzata da 10 milioni di americani per rilevare il contenuto di zucchero nel sangue. Le autorità l'hanno scoperta, in versione contraffatta e potenzialmente pericolosa, nelle farmacie statunitensi e canadesi l'anno scorso, rivelano documenti di un tribunale federale desecretati a giugno.


    J&J, colosso mondiale nei prodotti di consumo per la salute, con sede a New Brunswick, nel New Jersey, apprese dell'esistenza di tale contraffazione dopo che lo scorso settembre 15 pazienti si lamentarono dei risultati fasulli ottenuti con le strisce.
    Su segnalazione di J&J, la Food and Drug Administration, authority statunitense per gli alimentari e i farmaci, diramò un'allerta a livello nazionale ad ottobre, senza tuttavia fare menzione della provenienza cinese del prodotto. Anche se nessun caso di gravi danni è stato riferito, una lettura errata dei livelli di zucchero nel sangue può indurre un paziente diabetico ad iniettarsi il quantitativo sbagliato di insulina, cosa che può creare gravi disturbi e persino la morte, dice la Fda.


    I falsi nel settore farmaceutico muovono un giro d'affari mondiale di $32 miliardi (24 miliardi di euro), dice l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
    Dai documenti del tribunale si rileva per la prima volta che la Cina è la fonte di circa un milione di strisce contraffatte, commercializzate in almeno 35 stati Usa, nonché in Canada, Grecia, India, Pakistan, Filippine, Arabia Saudita e Turchia.
    Dalla Cina attraverso il Canada "La fonte era la Cina, attraverso il Canada, fino agli Stati Uniti," commenta Steven Gutman, responsabile per il settore delle apparecchiature diagnostiche e di analisi presso la Fda, a Rockville, nel Maryland. "A quanto ci è dato sapere, negli Usa l'attività di falsificazione è stata messa in ginocchio." Dai documenti risulta chiara anche la catena di distribuzione dei falsi. La pista, partita dalle lamentele dei consumatori e giunta ad un numero rosso di LifeScan, ha portato dapprima a 700 farmacie dove il prodotto era stato venduto, da qui a otto distributori Usa, e quindi a due importatori, di cui uno negli Stati Uniti, che è stato rintracciato e risultato risiedere in una stanza d'albergo a Las Vegas, mentre l'altro era in Canada.



    Dai documenti sequestrati agli importatori è risultato che le strisce contraffatte erano esportate da Henry Fu ed una sua società, Halson Pharmaceutical, con sede - si legge sul suo sito Web -- a Shanghai. Ma l'indirizzo indicato sul sito non esiste e telefonate ai numeri indicati sul sito e al domicilio di Fu non hanno avuto risposta.
    LifeScan vende una serie di strisce sotto i marchi OneTouch Ultra e OneTouch Basic Profile negli Usa, in varie confezioni, al prezzo di circa $1 per striscia.


    da www.ilsole24ore.com
     
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  3. MARIUCCIA56
     
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    CITAZIONE (Maxmagnus @ 20/8/2007, 20:30)
    CITAZIONE (MARIUCCIA56 @ 20/8/2007, 12:23)
    RAGAZZI IO SONO IPERINSULINEMICA DA ALMENO 40 ANNI CON PICCHI IN BASSO DELLA GLICEMIA DA MORIRE, SONO ARRIVATA ANCHE A 40. PERO' ULTIMAMENTE CHE L'INSULINA POSTPRANDIALE E' SALITA ANCORADI PIU' LA REUMATOLOGA MI HA RAFFORZATO LA METFORMINA PERCHE' APPENA MANGIO SI SCATENA IL GATTO INSULINA CHE SI MOZZICA LA CODA, QUINDI ZUCCHERI SU, FAME, MANGIARE, INSULINA SU, GLICEMIA SU, FAME MANGIARE.....PESOOOOO!DEVO DIRE CHE HO PERSO 4 KG. MA PENSO CHE LA TERAPIA ANCORA NON E' PRECISA VI FARO' SAPERE. BACI. EHI MAX MAGNUS QUALI SONO I TUOI VERI OCCHI?? HI HIHI :P

    I primi, quelli scuri :)

    Una curiosità, da che livello inizi ad avvertire i sintomi dell'ipoglicemia ?

    Le mie ipoglicemie sono abbastanza asintomatiche sono arrivato anche a 37 senza rendermene quasi conto.

    Ciao.

    :angry: :angry: :angry: CARO MAX, A PARTE GLI OCCHI CHE POSSIAMO SEMPRE CORREGGERE CON DELLE BELLE LENTI A CONTATTO, TI DIRO' CHE A VOLTE NON ME NE ACCORGO DI ANDARE IN IPOGLICEMIA MA SPESSO (MOLTO SPESSO SE NON SEGUO UNA DIETA CORRETTA DI CARBOIDRATI LENTI E INTEGRALI), MI RITROVO AD ESSERE INC....TA NERA COL MONDO, UNA SUDARELLA FINA FINA E UNA FAME DA ...MAXMAGNUS. CHE IELLA, E QUANDO VADO FUORI A MANGIARE LA PIZZA? DOPO UN'ORA MI SEMBRA DI NON AVER CENATO PER NIENTE E ALLORA? SONO TUTTA "CICCIA E BRUFOLI"! BACI :rolleyes: :rolleyes:


    SCUSA MAX DIMENTICAVO, COMICIO A SENTIRE I PRIMI SINTOMI INTORNO A 70 - 75 MA SE NON MI SPICCIO ARRIVO A 40 IN POCHI MINUTI A RI - BACI :o: :o:
     
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  4. francescahermione
     
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    Diabete, un aiuto da un farmaco per l'ipertensione

    Un farmaco già noto e disponibile sul mercato per curare l'ipertensione arteriosa è risultato efficace anche nella terapia contro il diabete. Secondo i dati di uno studio, questo farmaco è in grado di ridurre del 14 per cento le morti dovute alla forma più diffusa di diabete, quello di tipo 2. Un abstract dello studio è stato pubblicato in anteprima sull'edizione on line di Lancet di questa mattina (02/09/2007) dopo che i risultati sono stati illustrati al congresso della Società Europea di Cardiologia che si sta svolgendo a Vienna in questi giorni. I dettagli dello studio verranno pubblicati anche nell'edizione cartacea di sabato 8 settembre 2007.

    Quest'importante scoperta è stata fatta nell'ambito dello studio Advance, un'indagine che ha visto la partecipazione di 215 centri di Asia, Australia, Europa e Nord America e che ha coinvolto 11.140 malati di diabete di 20 Paesi, Italia compresa. Se si considera che il diabete colpisce nel mondo circa 246 milioni di persone, 3 milioni solo nel nostro Paese, questo farmaco potrebbe diventare un vero e proprio salva vita destinato a mutare radicalmente la lotta a questa patologia.

    Il prof. Roberto Ferrari, Direttore della Clinica di Cardiologia dell'Azienda Ospedaliera Universitaria S. Anna di Ferrara e primo italiano Presidente Eletto della Società Europea di Cardiologia, commenta positivamente i dati presentati in occasione del congresso. Il prof. Ferrari evidenzia che l'uso di questo farmaco potrebbe diventare una vera e propria salvezza per milioni di malati, le malattie cardiovascolari rappresentano infatti le maggiori complicanze del diabete di tipo 2 e sono la più frequente causa di morte per questi pazienti (50-80 per cento). Trattando i diabetici del nostro Paese con questa associazione fissa, si potrebbero salvare nei prossimi cinque anni ben 40.000 persone.

    Il prof. Stephen MacMahon, dell'Institute for International Health della University of Sydney (Australia), coautore dello studio, spiega che è stato dimostrato che questo trattamento riduce di quasi un quinto il rischio di morire per complicazioni legate al diabete senza avere effetti collaterali, un'importante scoperta che si spera abbia delle importanti ripercussioni sulle linee guida, la pratica clinica e le politiche sanitarie.

    Il farmaco al centro dello studio Advance è un'associazione fissa di Indapamide e Perindopril, un ACE inibitore autorizzato fino al 2002 per il trattamento dell'ipertensione arteriosa e dell'insufficienza cardiaca congestizia, a inizio 2003 l'autorizzazione è stata estesa con alcune modifiche.

    Il prof. Ferrari spiega che i risultati ottenuti sono estremamente favorevoli e particolarmente importanti visto che possono essere immediatamente applicati nella pratica clinica. L'esperto spiega che lo studio è stato condotto in condizioni del tutto simili a quelle reali. I pazienti coinvolti erano già secondo il meglio delle terapie disponibili, come da indicazioni delle più recenti linee guida, ed i medici sperimentatori erano liberi di scegliere l'approccio terapeutico più appropriato, al quale aggiungere in cieco il farmaco in studio oppure il placebo.

    In Italia si stima che i malati di diabete siano circa 3 milioni, un terzo dei quali non sa di esserlo. Il 3-4 per cento è affetto dal diabete mellito di tipo1, che colpisce i più giovani, il resto dal diabete di tipo 2, che colpisce prevalentemente dopo i 45 anni. Questo farmaco, già in uso e rimborsato nel nostro Paese, potrebbe salvare la vita di migliaia di persone, inoltre, il professor Ferrari evidenzia che può essere prescritto anche dal medico di famiglia.

    Che cos'è il diabete ?

    Il diabete è la più comune tra le malattie metaboliche ed è caratterizzata da una condizione d'iperglicemia, in altre parole un aumento del glucosio nel sangue.

    Nelle società industrializzate questa patologia è in aumento. Le abitudini alimentari non corrette e la sedentarietà, sono due delle cause di questo aumento.

    Il diabete esordisce in modo diverso a seconda del tipo.

    Il diabete di I tipo colpisce soggetti al di sotto dei 40 anni, con un picco d'incidenza intorno ai 14 anni. Questa forma di diabete è secondaria alla distruzione delle cellule produttrici d'insulina, le cellule beta pancreatiche. Il processo distruttivo avviene quasi certamente su base autoimmunitaria, favorito da un fattore ambientale, spesso un'infezione virale. I sintomi compaiono improvvisamente, con sete sfrenata, aumento della diuresi, aumento dell'appetito non accompagnato da incremento del peso bensì da una riduzione del peso corporeo. Presenza di una condizione di chetoacidosi. Caratteristica di questi pazienti è un rapporto glucagone/insulina alterato con elevati livelli di glucagone e ridotti o assenti livelli d'insulina.

    Il diabete di II tipo, esordisce di solito dopo i 40 anni, e la diagnosi spesso è fatta casualmente nel corso di un'indagine di laboratorio dove si riscontra una glicemia sopra la norma. Frequentemente sono pazienti in soprappeso. I valori insulinemici sono normali o aumentati, ma è presente una resistenza periferica all'azione insulinica. Manca la chetoacidosi caratteristica del I tipo, mentre si manifesta un iperosmolarità plasmatica, secondaria a diuresi aumentata, conseguente ad una glicemia costantemente elevata. Il non riequilibrio dei liquidi persi può portare al coma iperosmolare.


    da www.universonline.it
     
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  5. selvaggia59
     
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    grazie molto interessante
     
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  6. Maxmagnus
     
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    Grazie anche da parte mia :)
     
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  7. matilde58
     
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    Presto insulina anche in pillola

    Lo hanno annunciato alcuni ricercatori scozzesi


    (ANSA) - ROMA, 11 SET - Presto i pazienti malati di diabete potranno mettere da parte le siringhe di insulina e prendere al loro posto delle comode pillole. A darne l'annuncio sono stati alcuni ricercatori della Robert Gordon University di Aberdeen (Scozia), durante la conferenza della British Farmaceutical a Manchester. Attualmente il farmaco viene iniettato con la siringa per evitare la rottura degli enzimi prima di arrivare in circolo nel sangue.
     
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  8. Maxmagnus
     
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    speriamo si sbrighino......
     
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  9. Navigator
     
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    Ciao a tutti... Sull'inserto della Repubblica "il venerdì" ho trovato questo articolo che parla del diabete.. Ve lo riporto.. Spero che si legga l'ho scansionato


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    Se magari qualcuno riesce a renderli più leggibili.. bene (casomai salvatelo così ve lo potete leggere meglio)

    Buona giornata ciao :)



    Edited by Navigator - 15/9/2007, 12:08
     
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  10. TANY58
     
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    CITAZIONE (matilde58 @ 14/9/2007, 16:54)
    Presto insulina anche in pillola

    Lo hanno annunciato alcuni ricercatori scozzesi


    (ANSA) - ROMA, 11 SET - Presto i pazienti malati di diabete potranno mettere da parte le siringhe di insulina e prendere al loro posto delle comode pillole. A darne l'annuncio sono stati alcuni ricercatori della Robert Gordon University di Aberdeen (Scozia), durante la conferenza della British Farmaceutical a Manchester. Attualmente il farmaco viene iniettato con la siringa per evitare la rottura degli enzimi prima di arrivare in circolo nel sangue.

    Grazie Mati, ma devo dire che io odio le pillole...ne prendo già tante...infatti quando mi prescrivono antibiotici chiedo sempre le iniezioni se è possibile....e con le nuove penne stylo l'insulina è un gioco, io però è talmente poco che le faccio....penso però a chi si buca da una vita...ed è stufo!!!
     
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  11. silvia130189
     
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    CITAZIONE (MARIUCCIA56 @ 20/8/2007, 12:23)
    RAGAZZI IO SONO IPERINSULINEMICA DA ALMENO 40 ANNI CON PICCHI IN BASSO DELLA GLICEMIA DA MORIRE, SONO ARRIVATA ANCHE A 40. PERO' ULTIMAMENTE CHE L'INSULINA POSTPRANDIALE E' SALITA ANCORADI PIU' LA REUMATOLOGA MI HA RAFFORZATO LA METFORMINA PERCHE' APPENA MANGIO SI SCATENA IL GATTO INSULINA CHE SI MOZZICA LA CODA, QUINDI ZUCCHERI SU, FAME, MANGIARE, INSULINA SU, GLICEMIA SU, FAME MANGIARE.....PESOOOOO!DEVO DIRE CHE HO PERSO 4 KG. MA PENSO CHE LA TERAPIA ANCORA NON E' PRECISA VI FARO' SAPERE. BACI. EHI MAX MAGNUS QUALI SONO I TUOI VERI OCCHI?? HI HIHI :P

    ciao mariuccia.... una mia compagna di classe, dallo stress, ha avuto problemi con il suo pancreas. appena mangiava l'insulina prodotta aumentava ma non si fermava piu, cosi la mandava in ipoglicemia, sveniva e finchè non gli facevano la flebo di glucosio non si riprendeva. lei ha passato 3 settimane che sveniva tutti i giorni, all'inizio con 50, 40 ...poi è arrivata a 17!! meno male che ora per il momento non le capita piu...


    vi è lo strumento di cui parlava francesca, che misura il glucosio tramite la pelle. questo strumento ha la forma di un orologio, e si mette al polso.
    comunque ora stanno mettendo a punto una soluzione ancora migliore. in clinica pediatrica a padova, stanno studiando una pompa di infusione sottocutanea. questa, oltre a misurare da sola il glucosio, a seconda dei valori impostati, rilascia la quantità di insulina necessaria per far tornare il glucosio tra i parametri. questo vorrebbe dire che una volta fatto l'intervento per mettere la pompa di infusione, la vita è completamente normale, niente piu misurazioni, niente piu iniezioni di insulina. ci si dimentica di avere il diabete e questo rimane controllato sempre. inoltre, vi è un dispositivo all'interno della pompa che permette di collegarsi al computer tramite la porta infrarossi e di avere tutti i dati, quindi poter sapere quanta insulina è stata rilasciata, l'ora, il glucosio presente in quel momento...
    è straordinario, l'unica cosa di cui il diabetico che porta questA POMPA SI DEVE RICORDARE, è DI ANDARLA A RICARICARE :woot: :woot:
    MI SEMBRA DI AVER LETTO CHE LE BATTERIE INSERITE NELLA POMPA DURINO CIRCA 3 ANNI E POI TRAMITE UNA INCISIONE, VENGONO SOSTITUITE. APPENA SONO SCARICHE O LA POMPA HA UN GUASTO, QUESTO VIENE SEGNALATO TRAMITE UN BIP SONORO CHE DA L'ALLARME IN TEMPO IN MODO DA POTER INTERVENIRE PRONTAMENTE E DI SAPERE CHE PER QUEL GIORNO, FINCHE' NON VERRA' SISTEMATA LA POMPA, IL BUCHINO NEL DITO E L'INIEZIONE DI INSULINA DEVE ESSERE FATTA DAL PAZIENTE
     
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  12. tarantola17
     
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    Individuate nel pancreas umano delle staminali che potrebbero curare il diabete

    Le cellule, cresciute e manipolate in laboratorio, sono in grado di produrre insulina

    Un gruppo di ricercatori dell'Università di Siena, guidati dal professor Vincenzo Sorrentino, ha individuato nel pancreas umano delle cellule staminali che potrebbero essere usate per curare il diabete. Gli scienziati hanno dimostrato che è possibile isolare dalle isole pancreatiche di persone adulte delle cellule che possono essere cresciute in laboratorio e che sono in grado di differenziarsi in diversi tipi cellulare, ad esempio in cellule ossee, cartilaginee e cellule adipose.
    Queste cellule, se sottoposte ad opportune manipolazioni in laboratorio, riescono a produrre insulina. Questa scoperta è molto importante perché apre la strada allo studio e allo sviluppo di nuove terapie per la cura di gravi forme di diabete basate sul trapianto di cellule staminali del pancreas in grado di produrre insulina.
    Il lavoro, che presto sarà pubblicato sulla rivista 'Cell Death and Differentiation', è stata condotta nell'ambito di un progetto sulla medicina rigenerativa finanziato dalla Regione Toscana presso l'Università degli studi di Siena e il Policlinico Santa Maria alle Scotte della stessa città. Il progetto è dedicato allo sviluppo di metodiche avanzate per la crescita e il differenziamento di cellule staminali da adulti per lo sviluppo di terapie cellulari. Alla ricerca hanno contribuito gli scienziati del Centro di Ricerca sulle Cellule Staminali di Siena, diretto dal professor Sorrentino unitamente ai ricercatori di diabetologia, coordinati dal prof. Francesco Dotta.

    Redazione MolecularLab.it (13/09/2007)
     
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  13. selvaggia59
     
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    Speriamo davvero che facciano le
    pillole
     
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  14. tarantola17
     
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    L'exenatide migliora il funzionamento del pancreas nei diabetici

    Il trattamento con exenatide rispetto all'insulina glargine migliora la funzionalità delle cellule beta del pancreas e fa perdere peso

    Durante il 43° Congresso dell'Associazione Europea per lo Studio del Diabete (EASD) in corso ad Amsterdam, sono stati presentati i risultati di uno studio che ha dimostrato che la terapia a base di exenatide, rispetto all'insulina glargine, migliora il funzionamento del pancreas. Sono stati confrontati i risultati ottenuti con le iniezioni di exenatide e con quelle di insulina glargine sulla funzionalità delle cellule beta del pancreas, il livello di glicemia e il peso in pazienti affetti da diabete di tipo 2. Emanuele Bosi, Direttore della U.O. di Medicina e Diabetologia dell'Università Vita-Salute Ospedale San Raffaele di Milano, spiega: “Studi precedenti su exenatide avevano già mostrato un miglioramento complessivo della glicemia paragonabile a quello ottenuto con l'insulina glargine e una migliore funzionalità delle cellule beta. Questo studio conferma i vecchi risultati e dimostra che l'aggiunta di exenatide migliora in modo significativo la funzionalità delle cellule beta in risposta al glucosio e all'arginina.” Inoltre, lo studio ha dimostrato che ad un anno dall'inizio della terapia i pazienti trattati con exenatide hanno perso peso (in media 3.6 ± 0.6 kg) mentre i pazienti trattati con insulina glargine sono aumentati in media di 1.0 ± 0.8 kg. La differenza ponderale totale tra i due gruppi è stata pari a 4,6 Kg.
    Vera Buondonno Lombardi, Presidente Fand (Associazione Italiana Diabetici) ha commentato: “Quando al diabetico di tipo 2 viene consigliato il passaggio da un ipoglicemizzante orale ad insulina si va incontro a problemi di tipo psicologico, perché il paziente si sente costretto ad usare l'ultimo trattamento a disposizione e ad un problema fisico, perchè l'assunzione di insulina comporta un aumento di peso significativo e i problemi associati.

    Xenatide potrebbe rappresentare una valida alternativa perché non causa questo tipo di problemi e perché agisce positivamente sulle cellule beta del pancreas e questo dona una speranza in più ai diabetici.”
    Lo studio è stato condotto su 69 diabetici di tipo 2 trattati con exenatide (5 mcg BID per 4 settimane e da 10 mcg BID a 20 mcg TID per il resto dell'anno) o insulina glargine (entrambi in associazione a metformina) sono confrontati sulla base di misurazioni della funzionalità delle cellule beta, del controllo glicemico e delle variazioni ponderali dopo 52 settimane di trattamento. Questi i risultati dello studio randomizzato: il gruppo trattato con exenatide, rispetto a quello trattato con insulina glargine, ha visto un miglioramento significativo della funzionalità delle cellule beta misurata attraverso la secrezione di C-peptide (un peptide associato alla produzione di insulina), stimolato da arginina o da glucosio. Questi i dettagli: la secrezione di C-peptide stimolata da arginina è stata maggiore del 146% dopo un anno di trattamento con exenatide, rispetto all'insulina glargine (rapporto medio rispetto al basale per exenatide e insulina glargine ±SEM: 3.19 ± 0.24 vs. 1.31 ± 0.07, rispettivamente, p<0,0001). La prima fase di secrezione di C-peptide indotta da glucosio è stata del 52% maggiore dopo un anno con exenatide rispetto alla terapia con insulina glargine (rapporto medio rispetto al basale ±SEM: 1.75 ± 0.10 vs. 1.16 ± 0.06, rispettivamente, p<0,0001). La seconda fase di secrezione di C-peptide è aumentata del 185% con exenatide (rapporto medio rispetto al basale ±SEM: 3.05 ± 0.22) rispetto all'insulina glargine (1.08 ± 0.05, p<0,0001). L'HbA1c media dei pazienti all'inizio dello studio era di 7,5 ± 0,1 per cento. Il trattamento con exenatide ha avuto come risultato un controllo glicemico (misurato in base alle riduzioni di HbA1c) comparabile al trattamento con insulina glargine (-0.8 ± 0.1% e -0.7 ± 0.2%, rispettivamente, una differenza tra i gruppi non statisticamente significativa). Inoltre i pazienti trattati con exenatide hanno mostrato un'incidenza più bassa di ipoglicemia rispetto ai soggetti in terapia con insulina gl'argine (8.3% versus 24.2%, rispettivamente).
    Per quanto riguarda gli effetti collaterali associati alla somministrazione di exenatide sono quelli osservati già in altri studi precedenti. Una nausea lieve-moderata è l'effetto collaterale più frequente che si verifica circa nella metà dei pazienti e tende a diminuire nel tempo.

    Redazione MolecularLab.it (21/09/2007)
     
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  15. selvaggia59
     
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    Grazie ale
     
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34 replies since 12/4/2007, 16:13   3736 views
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